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Uno
studio sul significato spirituale del Tabernacolo
- a cura del
Centro Comunitario Evangelico Castellanza (VA) -
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Capitolo 5:
La potenza di Dio
«Non
per potenza né per forza, ma per lo Spirito Mio»
(Zacc.4:6)
1. Siamo
davvero cambiati?
2. Un'altra
porta
3. L'acacia
4. Il
diritto di entrare
5. Come
NON entrare
6. Come
entrare
7. Coperti
da Cristo
1. Siamo
davvero cambiati?
Stiamo vicino alla
conca, e guardiamo intorno.
Sotto
di noi cè la sabbia del deserto, la stessa
sabbia che si trova fuori del cortile.
Sopra di noi cè
il cielo azzurro con il sole che ci brucia, lo stesso
sole che conoscevamo già prima di entrare nel
cortile.
È cambiato qualcosa? Grazie
a Dio, sì.
Prima eravamo perduti, ora siamo salvati.
Prima eravamo nel regno del diavolo, adesso nel
Regno di Dio.
Prima eravamo sotto lira di Dio, ora siamo
riconciliati in virtù del sangue di Cristo,
Prima andavamo curvi sotto il peso della colpa,
adesso abbiamo imparato a camminare nella luce
godendo del continuo la grazia del perdono.
Prima ci sapevamo indegni, adesso ci rallegriamo
nella santità e giustizia di Gesù, date a noi
gratuitamente.
Siamo diventati
figli di Dio, con tutti i diritti e privilegi che
loro appartengono.
Quasi diremmo: cosa vogliamo
ancora di più?! E tuttavia ... ci manca ancora molto.
È vero, la nostra POSIZIONE nel
cospetto di Dio è cambiata completamente.
Dobbiamo chiederci
però, se siamo cambiati NOI. Siamo davvero cambiati?
Ma certo, uno dirà,
Sono nato di nuovo, Mi sento rigenerato. Adesso
vivo per Cristo. Sento la gioia nel cuore.
Però, molti di quelli che si sono
arresi a Cristo hanno dovuto constatare che questo
sentimento di gioia non durava. A poco a poco sembrava
diminuire.
Hanno cercato la colpa dentro loro stessi, pensando:
Certamente sono stato mancante verso Dio.
Hanno aumentato i loro sforzi, intensificato le loro
preghiere, scrutato la loro vita per scoprire ciò
che non andava bene ... senza alcun risultato.
Non trovando la causa del male in
loro stessi, sono rimasti delusi in Dio.
Altri hanno dovuto
sostenere una dura lotta contro qualche vizio o
peccato, che non voleva scomparire, Sono ritornati
mille volte alla conca per lavarsi, e alla fine hanno
pensato: Chissà se Dio continuerà a
perdonarmi!
Anch'essi hanno lottato, si sono
sforzati, hanno pregato ... senza alcun risultato. Il
vizio era più forte di loro.
Altri ancora hanno
cercato di condividere la gioia della loro salvezza
con altri, sperando che questi si sarebbero
convertiti. Stranamente, nessuno rispondeva, nessuno
capiva. Hanno poi aumentato le loro preghiere, i loro
sforzi, le loro evangelizzazioni ... ma senza
risultato.
Hanno chiesto a Dio il perché di
questo. Non potrebbe Egli collaborare un po
di più?!
Quanti cristiani si
trovano nel cortile in questo stato danimo!
Sono senza
gioia, senza vittoria, delusi, impotenti, depressi. Si
sentono addirittura ingannati.
Pensavano di
aver raggiunto la terra promessa, ma si
trovano nel deserto, pur essendo nel cortile.
Pensavano di aver ricevuto
una nuova vita piena di gioia ... ma in
realtà la gioia non cè, invece cè
il peccato, la sconfitta e laridità.
Tutte le loro
lotte contro il peccato e tutti i loro sforzi per
il Signore non sono serviti a nulla.
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Guardano intorno
nel cortile e vedono che tutti gli oggetti sono
fatti di RAME, il materiale con cui si fabbricano
le armi per la guerra.
Infatti, cè la guerra nella
loro vita, la guerra contro loro stessi, contro la loro
vecchia natura che si dimostra troppo forte, la lotta per
portare frutto per Dio senza che il frutto venga.
Sperimentano
ciò che Paolo ha scritto: «Perché il
bene che voglio non lo faccio, ma il male che non voglio,
quello faccio» (Rom.7:15).
Rame tutto intorno ... non ci
sarebbe una via di scampo?
Dio
vuole Egli che le cose per sempre rimangano così? No,
certamente no!
Egli ci mostra una porta che
conduce alla pace.
2. Un'altra
porta
Appesa su cinque
colonne dorate vediamo una tenda decorata con gli
stessi colori incontrati già allingresso del
cortile: bianco, violaceo, porporino e scarlatto.
È la
porta del santuario.
Come la prima porta, anche
la seconda porta è un simbolo di Gesù stesso.
Nello
stesso modo in cui Gesù è stato la
porta per la quale siamo entrati nel
cortile, Egli vuole ora essere la porta
che ci conduce nel santuario.
La soluzione dei problemi di cui abbiamo
parlato sopra, si trova in Gesù. Ci
vuole un nuovo incontro con Lui, un
incontro in cui Lo impariamo a conoscere
in un nuovo modo.
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Loro
sullo colonne ci parla della gloria di
Dio.
Ci sono cinque colonne; il
numero cinque è simbolo delle possibilità e
della potenza di Dio, quando le nostre
possibilità e le nostre forze umane sono
esaurite.
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La
quinta lettera dellalfabeto ebraico è la acca,
il respiro, simbolo dellopera dello Spirito
Santo.
Le colonne ci dicono:
«Non per potenza né
per forza, ma per lo Spirito Mio» (Zacc.4:6).
Dio
parlò per la quinta volta ad Abramo quando aveva 99
anni (Genesi
17:1).
Le possibilità umane
di Abramo erano finite, ma Dio si rivelò a lui come
lONNIPOTENTE e compì un miracolo nella sua
vita.
Non abbiamo bisogno
anche noi di un tale miracolo?
Caro lettore, se sei
ancora pieno di energie umane, pensando di poter
fare chissà che cosa per Dio, non sentirai il
bisogno di entrare attraverso questa porta. Forse sarai attratto dalla
sua bellezza, ma non entrerai.
Però, quando arrivi al
punto di riconoscere il tuo fallimento nel
servire Dio e nella lotta contro il peccato,
allora Gesù ti invita ad entrare con queste
parole: «Venite a
Me, voi tutti che siete travagliati éd aggravati,
ed Io vi darò riposo» (Matteo 11:28).
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3. L'acacia
Le colonne e le
pareti del tabernacolo sono fatte di legno di acacia,
uno dei pochi alberi che riescono a sopravvivere nel
deserto.
È un albero pieno di spine. Fa
penetrare profondamente le sue radici nella terra arida
in cerca di acqua.
Arriva un Israelita con
una scure, pronto a tagliare lacacia.
Noi
assomigliamo a questa acacia.
Siamo
consci del fatto che ci sono molte spine in noi,
peccati, vizi, debolezze.
Abbiamo
pure lillusione che, a parte queste spine,
siamo abbastanza bravi e utili a Dio.
Perciò
Lo supplichiamo di toglierci le spine, di darci
la vittoria sui peccati, di renderci più belli.
Dio però non ci
esaudisce.
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Egli
sa che cè una sola vera soluzione: la morte
della nostra vecchia natura, la morte di ciò che
siamo.
Perciò
deve togliere non soltanto i peccati, ma anche
tutto il resto, incluso le cose di cui siamo
fieri.
Questa
è unoperazione molto dolorosa, però è lunica
che ci porta veramente alla guarigione.
In
seguito, Dio ci sega, ci modella e ci
ricopre di oro puro, della Sua gloria.
Fa
di noi delle colonne nel Suo tempio (Apoc.3:12),
delle pietre (o assi) viventi per la costruzione di
una casa spirituale (1ª Pietro 2:5), una dimora a Dio
per lo Spirito (Efes. 2:22).
Chi non desidererebbe essere
ricoperto della gloria di Dio?
Chi non desidererebbe entrare nel santuario di Dio, in
questo nuovo mondo spirituale pieno di meraviglie?
4. Il
diritto di entrare
Anticamente in
Israele solo i sacerdoti, figli di Aronne, avevano il
diritto di entrare nel santuario.
Perciò è giustificabile la
seguente domanda: abbiamo o no anche noi questo
diritto? Siamo, cioè, sacerdoti?
La risposta è: SI.
Dio stesso ci ha costituiti «un real sacerdozio,
una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato» (1 Pietro 2:9).
Come
nel Vecchio Patto uno era sacerdote in virtù del fatto
che discendeva da Aronne, nello stesso modo noi siamo
sacerdoti in virtù del fatto che siamo fratelli di
Cristo, il grande Sommo Sacerdote celeste.
I
sacerdoti del Vecchio Patto dovevano essere
consacrati (Esodo 29) per mezzo di vestiti speciali,
di un sacrificio per il peccato, di un olocausto, di
un sacrificio di consacrazione e per mezzo dellunzione
con lolio santo.
Nello
stesso modo, quelli che desiderano entrare nel
santuario celeste devono essere consacrati a Dio,
purificati col sangue di Cristo, lavati con lacqua
pura della conca, e cosparsi dellolio dello
Spirito Santo.
A queste condizioni,
ogni figlio di Dio ha il diritto di entrare. Anzi,
addolora il Padre celeste se NON entra. Dio ci esorta ad
entrare nel santuario con piena franchezza (Ebrei 10:19-22),
ci invita ad entrare nel riposo di Dio (Ebrei 4:9-11).
Purtroppo
il diavolo col suo inganno ha spinto nel suo santuario
(una contraffazione
diabolica del vero) delle persone NON
arrese a Cristo e NON purificate col Suo sangue,
ingannandole con le sue bugie, facendo loro pensare
che sono veramente entrate nel santuario divino.
Dallaltra
parte, il diavolo fa di tutto per impedire
che entrino nel vero santuario coloro che hanno il
diritto di farlo in virtù del sangue di
Cristo.
Per loro egli ha un arsenale di stratagemmi per
tenerli nel cortile.
5. Come
NON entrare
I trucchi con cui il
diavolo vuole trattenere i veri figli di Dio fuori
del santuario, corrispondono in gran parte con le
bugie con cui prima li tratteneva fuori del cortile.
Sussurra: Non puoi entrare nel santuario
come se niente fosse. Devi prima PREGARE
molto e SENTIRE
qualcosa.
Le anime che ascoltano questo
bisbiglio si mettono a pregare con grande serietà,
chiedendo a Dio di far morire il loro vecchio io
e di farli entrare nel santuario.
Continuano
a pregare così per anni, fino allesaurimento (non
esaudimento).
Intanto
il diavolo è molto contento perche sa che non
entreranno mai se continuano a pregare così.
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Ad altri suggerisce: Non puoi entrare nel
santuario così come sei. Dio è santo e tu sei
ancora pieno di peccati. Perciò bisogna che ti
santifichi.
In questa sottile bugia cè
anche una grande parte di verità: è chiaro che una
persona impura non può entrare nel santuario.
La
questione, però, è che questa santità non si
può avere per mezzo dei nostri sforzi umani, ma
solo per mezzo del sangue di Cristo che ci
purifica continuamente quando noi camminiamo
nella luce.
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Delle sètte intere si
sono formate da povera gente che ha ascoltato questa
sottile bugia di satana.
Paolo chiede a loro: «Questo
soltanto desidero saper da voi: avete voi ricevuto lo
Spirito per la via delle opere della legge o per la
predicazione della fede? Siete voi così insensati? Dopo
aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la
perfezione con la carne?» (Galati 3:2-3).
Intanto
il diavolo è contententissimo di loro. Vede
che la loro acacia si irrobustisce
sempre di più e che non sarà mai tagliata.
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In sintesi, tutti i suoi
trucchi hanno come unico fine: quello
di distogliere lo sguardo dei
ricercatori dallopera compiuta da Cristo
e di far sì che essi
ricerchino sempre la soluzione Dentro
loro stessi, nelle
LORO preghiere,
nella LORO
santità, nelle LORO
esperienze.
È lorgoglio umano che accetta
volentieri queste proposte, che tuttavia non danno
nessuna vera soluzione.
6. Come
entrare
In mezzo a tutti
quelli che pregano, che si santificano e che
aspettano qualche esperienza speciale, cè uno
che alza la testa e guarda la bellissima entrata del
santuario.
Certo, anchegli ha pregato,
ma sembrava che Dio non lo ascoltasse, anchegli ha
cercato di migliorarsi e di vincere il peccato, ma la sua
vecchia natura si dimostrava sempre più forte. Anchegli
ha sperato di avere qualche esperienza, ma Dio non gliela
dava.
Alza la testa e vede quella
meravigliosa tenda a colori, gli stessi colori
che aveva visto quando nacque di nuovo.
Ad un tratto la verità
penetra nel suo cuore: il segreto per entrare è
solo in GESÙ!
Ricorda dei versetti della
Bibbia, letti tante volte, ma mai capiti bene: «Il
nostro vecchio uomo è stato crocifisso con
Cristo, affinché il corpo del peccato fosse
annullato, onde noi non serviamo più al
peccato» (Romani 6:6). «Sono
stato crocifisso con Cristo, e non son più io
che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Galati 2:20). |
Comincia a
capire che non soltanto Cristo è stato
crocifisso PER
lui, ma che lui stesso è stato crocifisso IN
Cristo, insieme con Cristo, 2000 anni fa.
Quanto era stato stupido quando
pregava: «Dio, fa morire il mio
vecchio io!» Aveva
pregato per una cosa che Dio già da secoli aveva
compiuto in Cristo!
Vede i colori rossi del
porporino e dello scarlatto, e sa che questi colori
predicano non soltanto il sangue e la morte di Cristo, ma
anche la sua propria morte.
Comincia a comprendere che Dio aveva tagliato già lacacia
della sua vita e che non doveva più lottare contro la
vecchia natura che ormai era morta.
Invece di chiedere a Dio di aiutarlo a fare il bene,
si affida a Lui affinché Egli stesso compia lopera
Sua in lui. Sa che non solo deve vivere PER Cristo,
ma anche PER MEZZO DI Cristo.
Invece di cercare di essere più forte, si affida con
tutte le sue debolezze alla potenza di Cristo.
Entra nei santuario e
trova riposo.
7. Coperti
da Cristo
Il tabernacolo era
composto da tre pareti di legno dacacia; sopra
queste pareti vi erano stese quattro tende o teli che
servivano da tetto (Esodo 26).
Le tende
coprivano le pareti; nello stesso modo Cristo
copre ognuno dei Suoi, personalmente, e copre
pure la Sua chiesa come collettività di credenti.
Dio comincia la
descrizione del tabernacolo con la tenda più
bella, quella di sotto.
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Infatti, dice che questa
tenda è IL TABERNACOLO (Esodo 26:1).
Tutto il resto è di
importanza secondaria.
I colori di questa tenda sono gli
stessi della porta del santuario; soltanto vi si sono
aggiunti i cherubini.
Questa tenda ci parla di
Cristo risorto e seduto alla destra del Padre
nella gloria celeste, circondato dagli angeli che
Lo adorano.
Infatti, Egli
è IL TABERNACOLO,
IL
TEMPIO (Giov. 2:19-22;
Coloss. 2:9). |
Noi
facciamo solo parte di questo tempio in virtù del fatto
che siamo IN LUI,
parte del Suo corpo.
Anche le altre tende
parlano di Cristo.
Quella esteriore, visibile da fuori, non era
tanto bella. Infatti: «Cristo
non aveva forma né bellezza da attirare i nostri
sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare»
(Isaia 53:2).
La tenda esteriore era una robusta
coperta di pelli di delfino che serviva a proteggere le
tende di sotto.
Generalmente, la prima volta che
ci siamo rivolti a Cristo, era per ottenere PROTEZIONE,
aiuto, guarigione,
ed Egli non ci ha delusi.
Ci ha dato ciò che abbiamo chiesto. Ci siamo rifugiati
sotto le Sue ali (Ruth 2:12; Matt. 23:37),
accettandoLo come Re.
Sotto la coperta di pelli di delfino si trovava
una coperta di pelli di montone tinte di rosso.
Questo rosso ci parla del sangue
che Cristo ha versato nel Getsemani, poi durante la
flagellazione e ancora sulla croce; quel sangue che ci
purifica da ogni peccato.
Infatti, Cristo non vuole
soltanto proteggerci; vuole anche che Lo accettiamo come
il nostro Salvatore, per ottenere il PERDONO
e la PURIFICAZIONE.
Sotto la coperta rossa si trovava un telo di pel
di capra.
Non sta scritto quale era il suo
colore, ma probabilmente era nero, siccome le capre del
medio oriente sono generalmente scure.
Questo telo ci parla di Gesù che soffrì durante le tre
ore di tenebre sulla croce, di Gesù sceso nellinferno
nel regno della morte.
Cristo non solo vuole
proteggerci, perdonarci e purificarci; vuole essere anche
la nostra MORTE in modo che possiamo risorgere con Lui in
novità di vita.
Sotto questo telo,
infine, si trovava il vero tabernacolo,
la tenda dai molti colori con i cherubini!
Questa tenda ci indica che
Cristo ci copre con la Sua GLORIA CELESTE,
dimostrando in noi la potenza della Sua
risurrezione (Rom. 6:5; 2ª
Cor. 4:10-12) e facendoci
abitare nei luoghi celesti (Efes. 2:1-10).
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Quanto è glorioso
essere rivestiti di Cristo! (Gal. 3:27; Rom. 13:14).
In Lui possediamo ogni cosa.
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